Se Grillo si convince dell’importanza di stare in Europa

di Saverio Collura

Un fatto certo, fuori da ogni dietrologia, è che la proposta di legge elettorale proporzionale presentata dal Movimento 5 stelle è l’unica sul campo che non rischi una bolla di incostituzionalità come quella emessa dalla Suprema corte per il “porcellum”. Se la nostra Costituzione prevede una maggioranza formata in Parlamento e un premier incaricato dal Capo dello Stato, ogni premio di maggioranza, così come ogni indicazione del premier sulla scheda elettorale, rischia di essere ritenuta incostituzionale. Per cui, o si cambia la Costituzione, oppure ci si rimette ad una legge proporzionale. Anche se la proposta di Grillo fosse mera tattica, essa ha infranto il principale tabù di questi ultimi vent’anni di vita politica: il sistema elettorale maggioritario è la panacea di tutti i mali. Eppure i mali, proprio con il maggioritario, si sono perpetrati ed aggravati, L’Italia ha avuto più frammentazione, più trasformismo, altrettanta instabilità dei governi e persino la corruzione è aumentata. Si rispetti almeno il mandato della Costituzione, fino a quando essa è valida. Questo al momento quanto ha detto Grillo;ma se vorrà vincere le elezioni, anche in un secondo tempo, dovrà definire un percorso convincente, ben oltre gli impulsi populisti e le polemiche da sfasciatutto. Non si può che auspicare che il Movimento 5 stelle diventi una forza politica propositiva,superando una volta per tutte la sindrome del movimento di protesta; un passo è stato compiuto con l’offerta di dialogo prospettata a Renzi, il quale sembra a sua volte di non credere, preferendo il percorso originario dell’accordo con Berlusconi,commettendo,forse per la prima volta,un vero errore politico. Per cui anche la semplice alleanza con Farage, a questo punto, potrebbe risultare non più adeguata. La questione italiana,infatti, è più complessa e delicata di come pure possa essere quella britannica. Serve un impegno superiore a quello della denuncia, né può bastare una sola proposta di legge elettorale. Infatti servirà una altrettanto chiara ed identificabile proposta di politica economica. A tal proposito , davvero Grillo è convinto che l’Italia debba uscire dall’euro? Possiamo capire che Farage non voglia farci entrare la sterlina, ma un nostro ritorno alla lira potrebbe essere disastroso. Non che l’Unione monetaria non abbia difetti. Ma Grillo dovrebbe ricordasi molto bene quelli di un Paese come il nostro, che indifferente all’Europa ha aumentato le spese, aumentato le tasse e diminuito gli investimenti negli ultimi vent’anni. Tanti che siamo diventati, lo ha detto Grillo e con più di una ragione, un Paese di pensionati. Proprio in questi giorni la Germania si sta convincendo che per tenere i conti in ordine, la pensione si potrà erogare solo dopo i 75 anni di età. Chi lo andrà a dire alla signora Camusso che bisognerà restare al lavoro fino all’anziana età, per lo meno nelle attività di ufficio? Grillo ha poi contrastato con forza e con efficacia gli eventi e gli assetti del Monte dei Paschi di Siena, denunciando una condizione inaccettabile per il sistema bancario nazionale ,e quindi per i risparmiatori. Prenda allora atto che senza il piano della Bce di Draghi per l’Unione bancaria europea sarà ancora più difficile ottenere la sufficiente trasparenza degli istituti di Credito italiani,e la loro spinta positiva e propulsiva per il rinnovamento e lo sviluppo del sistema produttivo nazionale. L’Europa rimane un punto di riferimento importante per ogni paese che non sa scrollarsi di dosso i suoi difetti. Se Grillo se ne convincesse e facesse la sua parte, rappresentando lui una forza politica con più di 5 milioni di voti,sarebbe tanto di guadagnato. Ma soprattutto si aprirebbe una ben diversa prospettiva ed evoluzione del quadro politico nazionale. I partiti ed i movimenti politici che sostengono il vero cambiamento e progresso del sistema Italia non possono che osservare con attenzione l’auspicabile evoluzione dello stato di fatto;e nel contempo con il loro impegno sollecitare e costruire le condizioni per un proficuo coinvolgimento, in un idoneo percorso di assunzione responsabilità positive e costruttive per portare l’Italia fuori dalla crisi, di una parte significativa e consistente dell’elettorato nazionale.

Roma, 20 giugno 2014